"Un emozione non vissuta perchè troppo dolorosa
si cristallizza nel corpo e crea un blocco ...
che inizialmente si manifesta con un disturbo"

Sindrome influenzale

RADICI STORICHE

Virus influenza A
Il nome di questa infezione ha un riferimento astrologico, infatti anticamente si pensava che questa malattia fosse causata dall’influenza degli astri.
I primi sintomi dell’influenza furono descritti da Ippocrate circa 2400 anni fa, da allora il virus ha causato molte epidemie, la prima certa risale al 1580, quando il virus si sviluppò in Asia e si spanse in Europa attraversando l’Africa. Successivamente, nel periodo rinascimentale, Roma ne venne colpita e morirono circa 8000 persone. La più letale fu la famosa “influenza spagnola” che comparve tra il 1918 e il 1919, venne descritta come “il più grande olocausto medico della storia”, fece così tante vittime che ricordò il dramma della peste nera. Si estese addirittura fino all’Artico ed alle lontane isole del Pacifico.

Le successive epidemie di influenza non furono così devastanti perché erano disponibili i medicinali per il controllo delle infezioni secondarie che contribuirono a ridurre la mortalità.
La causa eziologica (ricerca dell’origine della malattia) dell'influenza, venne scoperta per la prima volta da Richard Schope nel 1931 nei maiali. Questa scoperta venne seguita dall'isolamento del virus nell'uomo.
Nel 1944 venne compiuto il primo importante passo nella prevenzione dell'influenza, con la scoperta da parte di Thomas Francis Jr., che dimostrò la perdita di virulenza del virus se coltivato in uova di gallina fertilizzate. Successivamente un gruppo di ricerca dell’Università del Michigan sviluppò il primo rimedio anti-influenzale, con il supporto dell'esercito statunitense, che venne coinvolto nella ricerca a causa delle migliaia di truppe uccise dal virus in pochi mesi durante la prima guerra mondiale.
A seguito di queste scoperte fu limitata la diffusione del virus ovviando così ad ulteriori pandemie.

AI GIORNI NOSTRI

L’influenza è causata da virus, questo significa che, a differenza dei batteri, i normali antibiotici non sono in grado di sopprimere la causa che determina l’insorgere della malattia.
I virus influenzali sono di 3 tipi:
Influenzavirus A
influenzavirus B
influenzavirus C

Semplificando, potremmo paragonare il virus dell’influenza ad un uomo che si deve camuffare per non farsi riconoscere dal suo nemico, il sistema immunitario.
Il travestimento più semplice, quindi meno grave dal punto di vista sintomatologico, viene fatto dal virus C che per camuffarsi deve solo mettere dei baffi finti.
Il virus B invece ha bisogno di travestirsi completamente causando pertanto sintomi un po’ più seri dei precedenti, portando a possibili massicce epidemie.
Infine il virus A ha addirittura la necessità di cambiare sesso, trasformandosi in una donna, quindi sarà completamente irriconoscibile e questo causerà epidemie più severe, un esempio tra tutta la spagnola, appena menzionata.
Un’altra caratteristica di questi virus è il loro continuo mutare aspetto, di anno in anno, determinando la così detta sindrome influenzale. I sintomi sono indicativamente sempre gli stessi con leggere differenze tra l’anno in corso e quello precedente. Infatti spesso, anno dopo anno, colpiscono organi diversi, prima il tratto gastrointestinale, causando vomito e diarrea, poi quello osteo muscolare provocando dolori alla muscolatura e alle “ossa” ecc. Ecco perché ogni anno il virus assume nomi nuovi come l’asiatica, la cinese ecc.
Alla luce di quanto appena spiegato l’influenza quindi non può essere considerata una vera e propria malattia (sintomi, segni ed eziologia comune), ma bensì una sindrome, cioè un insieme di sintomi e segni clinici (quadro sintomatologico) che possono essere ricondotti a più malattie o a più cause.
L’influenza è una delle reazioni di adattamento e di espulsione più diffuse, ma spesso viene equivocata: la si considera una minaccia, ma in realtà, come spesso avviene per la maggior parte delle “malattie”, è un’amica che ci avverte (e allo stesso tempo corregge) di cose che non funzionano, di disturbi ed errori presenti nella nostra vita.
Invece di ascoltare il messaggio e di correggere gli errori, noi lo ignoriamo o peggio ancora eliminiamo il messaggero, dando così spazio al ripetersi dei messaggi e, come spesso accade, alla loro intensificazione.