"Un emozione non vissuta perchè troppo dolorosa
si cristallizza nel corpo e crea un blocco ...
che inizialmente si manifesta con un disturbo"

Le dee dentro di noi

“Quando mia figlia crescerà le racconterò delle dee.
Le parlerò di Era, la regina del potere terreno, colei che protegge i riti matrimoniali.
Di Artemide, l’amazzone, e del suo amore per la natura.
Poi di Athena, ispiratrice del vivere civile, della sua intelligenza sottile ereditata dal mondo paterno.
E anche di Afrodite, la dea dal corpo sacro, guida celeste della passione e delle arti. Infine le parlerò di Demetra, la madre terra fertile e benefica,
e di Persefone, signora delle tenebre misteriose, con i suoi sogni di morte e di trasformazione.
Conoscere le loro storie l’aiuterà a diventare donna.

Le chiederò di non immedesimarsi in una in particolare perché potrebbe essere fonte di dolori inimmaginabili.
Deve conoscerle tutte quante e riconoscere in ognuna una parte di sé.” Serrano - “Antigua, vita mia”


Ogni donna è il personaggio principale della storia della propria vita. E’ potenzialmente un’eroina. Si plasma di volta in volta in base alle scelte che fa, dalla capacità di credere, di amare, di lasciarsi andare, di voltare pagina, di trarre insegnamento dalle esperienze. Ed è proprio in tutti questi attimi di vita che emerge in lei il mito. Secondo  Bolen ogni donna ha da sempre dentro di se sette archetipi delle antiche divinità greche che guidano il suo comportamento:
Artemide, Atena, Estia che rappresentano le dee vergini, la primavera della vita, con le qualità femminili d’indipendenza e autosufficienza; Demetra, Era, Persefone che sono raggruppate tra le dee vulnerabili, rappresentano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia. Sono quelle dee la cui realizzazione e il cui benessere dipende da qualcuno. Afrodite invece rappresenta la dea alchemica, della trasformazione interiore ed esteriore. Ognuna di loro ci appartiene ma solo alcune hanno uno spazio ben definito dentro di noi, altre sono soffocate, altre ancora di tanto in tanto si fanno sentire. Imparando quindi a conoscere chi sono e cosa rappresentano, s’impara ad entrare in contatto con le loro energie psichiche, che fino a quando erano sconosciute imprigionavano le nostre scelte, le nostre azioni e i nostri comportamenti.
Inizieremo analizzando Artemide, mito che i romani chiamavano Diana, dea della caccia e della luna, figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo, dio del sole. Veste con una corta tunica e armata di un arco di argento tira con l’arco con una mira infallibile.
E’ la personificazione dello spirito femminile indipendente. In un certo senso è immune all’innamoramento, rappresenta un senso di completezza che le consente di sentirsi realizzata anche senza un uomo e/o di conseguire successi lavorativi o perseguire interessi che la appassionano senza bisogno dell’approvazione maschile. La sua realizzazione non sta nel fatto di essere sposata, di avere figli e creare una famiglia, ma da ciò che fa e da ciò che è. La dea Artemide ha la grande capacità di concentrarsi intensamente su ciò che fa con passione, senza lasciarsi distrarre da nulla e conseguendo l’obiettivo.
E’ facilmente intuibile che le donne con questo aspetto prioritario avranno sicuramente successo in campo professionale, faranno le scelte giuste al momento giusto, cambieranno strada senza tentennamenti ma con molta determinazione, esattamente con le stile di un cacciatore nei confronti della preda. Di contro però avranno una vita affettiva un po’ arida. Come Atena, anche Artemide per evolvere e crescere ha bisogno di diventare vulnerabile. Tutta la sua vita è continuamente filtrata dalla fitta rete mentale e tutto ciò che è razionalizzato ed incasellato. Manca quindi il contatto diretto con il cuore, la passione e i sentimenti.
La via di crescita è sviluppare la sensibilità, imparare ad amare e prendersi profondamente cura di un altro essere. Questa evoluzione Artemide può averla attraverso un rapporto, generalmente nei confronti di un uomo che la ama, o con una donna o con un figlio. Spesso ciò accade dopo che la donna Artemide ha “cacciato”  i suoi obiettivi, raggiungendo o meno la meta. …
La comprensione del mito è essenziale
per prendere coscienza di quello che siamo
e di conseguenza ridimensionare gli aspetti più stonati
o attivare quelli più nascosti
  
Gli oli essenziali, le pietre e il cibo cche ci possono aiutare.
Per ridimensionare il mito di Artemide potrà aiutarci l’ARAGONITE. indossandola o portandola con sé riuscirà a trasmettere ciò di cui è portatrice: stabilizzare l’eccesso di attività, renderci flessibili e tolleranti. Gli oli essenziali di SALVIA e MELISSA rimandano a un femminile più morbido e sensuale.
Per far emergere la “cacciatrice” in quelle donne in cui quest’aspetto è un po’ assopito possiamo utilizzare l’OPALE DI FUOCO che rende dinamici, aperti e pronti ad affrontarle il rischio. Aiuta a cominciare le cose.
Per donare la lucidità di pensiero tipica di Artemide potrà essere utilizzato un olio essenziale agrumato (arancio amaro escluso).
La donna che leggendo queste righe si sarà ritrovata nel mito, amerà la selvaggina e la carne rossa e probabilmente tra molte piante potrebbe scegliere istintivamente quella del Noce, il cui frutto, che nell’antica Grecia era proprio legato ad Artemide, e ricorda la forma del cervello.